lunedì 29 luglio 2013

Sam Hale raccoglie un sasso da terra. E' un sasso piccolo. Non sufficientemente grande da rompere un vetro. Lo rigira tra le dita, solleva gli occhi alla facciata dell'edificio che lo sovrasta. Una casa di Timisoara. Le luci al secondo piano sono accese. Piega la spalla indietro e scaglia il sasso contro una finestra. C'è un tintinnio, il sasso ricade. Deve farlo un paio di volte ancora, prima che si veda un movimento dietro al vetro. Una donna apre l'infisso, sporgendosi fuori. Rose lo scorge in piedi nel vicolo. Lo guarda stupita, gli sorride. Lui le sorride dalla strada, il collo piegato indietro, gli occhi rivolti in alto verso di lei, verso il cielo.

"Sam Hale. Che cosa ci fai qui?"
"Avevo voglia di vederti."

C'è una folata di brezza estiva.
"Stai bene?"
Sam Hale ci pensa. Abbassa gli occhi, poi li risolleva. Annuisce, sbuffa un sorriso lieve tra la barba.
"Sto bene."
"Vuoi salire?"

Rose lo chiede con un velo di esitazione nella voce. Forse ha paura di sentirlo rispondere di sì.
"Non posso. Ho una famiglia da cui tornare."
"Si. Tuo figlio starà dormendo a quest'ora."
"Starà dormendo, si."
Si guardano. Rose gli vede nello sguardo una pace stanca, e una decisione viva. Come le nubi estive, che si gonfia. 
"Ti trovo bene, Sam."
Quando richiude la finestra, è per guardare attraverso il vetro la sagoma delle sue spalle dritte che rimonta a cavallo.
Ha smesso di piovere per qualche giorno, c'è una tregua instabile. Eppure qualcosa è tornato al suo posto, e lo sa perchè conosce gli uomini. Ne ha conosciuti troppi, continuerà a conoscere.
L'uomo che si allontana nella sera ha i piedi saldamente per terra.




Quando arriva alla nave, cammina fino alla cabina dove dorme John. Ci si infila dentro cercando di non svegliarlo. Scivola accanto al suo letto, si piega e gli bacia la testa con delicatezza. Ci lascia una carezza. Se John si è svegliato, finge di dormire. Lui non indaga. Si allontana con un fruscio, richiude la porta alle proprie spalle. Raggiunge un'altra cabina, ma non entra. Rimane in piedi fuori, aspettando qualcosa senza sapere cosa aspetta. Rimane lì per un poco, poi scorre le dita sull'uscio. Anche quella è una carezza, ma la fa senza entrare. Le dita scivolano al crocifisso che porta al collo.

"Padre Nostro, che sei nei cieli. Proteggi mio figlio, proteggi Cortes. Fai la mia volontà. Perchè mi sono stancato di aspettare la tua. Se proverai a portarmi via anche loro, io monterò a cavallo e verrò a riprendermi ciò che mi spetta. E non basteranno le trombe dorate di tutti i tuoi angeli per fermarmi. Perchè io ti amo, ma non quanto amo loro."

Rabbrividisce. Sorride. Ha gli occhi caldi. Prende fiato. Le labbra si muovono, la voce continua a mormorare.

"Padre Nostro, che sei nei cieli. Proteggi Schmidt. Perchè il suo cuore è saldo e la sua mente è veloce. Se avrai mai bisogno di uno di noi per fare la guardia ai tuoi cancelli, scegli lui. E' meglio delle tue schiere di Santi. Ha parlato quando tu sei stato in silenzio."

Prosegue. Raggiunge la cabina successiva. Allunga entrambe le mani sulla porta chiusa, si piega in avanti e ci posa la fronte.

"Padre Nostro. Proteggi Bolivar. Perchè è innocente, e ha il cielo nel fondo degli occhi. E' più bello della Madonna, e in lui brilla la luce che tu ci hai negato. Fa la mia volontà. Perchè morirò per impedire che quella luce si spenga. Per impedire che quel fuoco si affievolisca. Non mi sfidare, o sentirai le fiamme lambire il Paradiso. Proteggi Vandoosler, perchè tuo figlio non era nulla senza la Maddalena, e questo universo è nulla senza gli uomini tuoi figli. Se qualcuno dovrà piangere Vandoosler, lo piangerai tu. Ti terrò la testa a terra a lavargli i piedi con le lacrime."

E' una processione. Si stacca da una porta per attaccarsi a quella dopo. Tiene la croce tra le dita. Nessuno lo sente. 

"Padre Nostro, proteggi Sundance, proteggi il Dottor Adler. Perchè tu hai creato l'universo in sette giorni, loro lo ricuciono da una vita intera. Riparano alla tua distrazione con il sudore della fronte, con il sacrificio, con la testa fina. Con lo studio. Venga il loro regno, nel giorno in cui ci trascineremo e imploreremo la grazia. So che ascolteranno, e tu forse sarai voltato dall'altra."

Restano solo due cabine. Davanti a quella di Red Wright, Sam Hale rimane in silenzio a lungo. Allunga la mano e posa il palmo contro il metallo. Tiene gli occhi dritti.

"Padre Nostro. Proteggi Red Wright. Perchè a me non lo permette. Non lo permette a nessuno. Non lo permette a sè stesso. Proteggi Red Wright, che si è perso, sulla strada di casa. Proteggi la sua famiglia, perchè i figli dei miei fratelli sono miei figli. Le mogli dei miei fratelli sono mie sorelle. Proteggi Red Wright, perchè ho paura per lui. Ma non ho paura di lui."

Si sposta fino all'ultima cabina. Jack Rooster dorme dietro quello strato di metallo. Lui si avvicina, non tocca la porta. La fissa. Lascia una distanza rispettosa tra sè e l'uscio. 

"Padre Nostro. Che sei nei cieli. Proteggi Jack Rooster. Perchè lei si occupa di ciò di cui non ti occupi tu. Proteggi Jack Rooster, che deve ricordare cosa vuol dire essere umani. Proteggi Jack Rooster, perchè lei è la mia gente, la mia terra e la mia guerra. E se gli errori si possono correggere, la libertà non si compra. La si sconta a caro prezzo."

C'è una pausa. Intorno a lui cade il silenzio. Si fa il segno della croce, voltandosi verso il corridoio.

"E se non li proteggerai, ci sarò io a farlo. Ma poi non dire che non ti ho avvisato. Amen."

Sam Hale torna nella sua cabina. Quella notte, dorme profondamente.


Of all the comrades that e'er I had
They're sorry for my going away
And all the sweethearts that e'er I had
They'd wish me one more day to stay 
But since it fell unto my lot
That I should rise and you should not

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