giovedì 11 aprile 2013

Fallen

Non ho il tempo di respirare.
Il tempo che ho per respirare, lo impiego per farla respirare.
Sono stato con le mani premute nel petto squarciato di Jack Rooster, e non mi sarei mosso nemmeno se mi avessero sparato alla nuca. Nemmeno se mi avessero giustiziato sul suo corpo.
Lei lo capirebbe. Non ha a che fare solo con l'amore, o con l'affetto. Ha a che fare con l'equilibrio. Con l'impegno, con l'ordine. Con la coscienza. 
Vivo, mi muovo, sogno, dormo, mangio, prefissandomi degli scopi da raggiungere. Uno dopo l'altro, degli obiettivi. Il mio obiettivo è stato prima quello di tenerle il sangue dentro.
Quando il sangue è stato dentro, il mio obiettivo è diventato quello di controllare che ci rimanga. E anche, tenere insieme il gruppo mentre il dolore rischiava di dividerci. 
E' un obiettivo tenere John al sicuro ed impedirgli di farsi accecare dalla rabbia e metterci tutti a rischio.
Mettere a rischio se stesso. Per farlo, sono stato disposto a sorvegliare la sua cabina. Sono stato disposto a richiedere l'intervento di Wright. Ho sperato che parlasse da ufficiale in comando. Lo ha fatto. 
Il mio obiettivo, è gestire le informazioni che ha trovato Maya e fare in modo che arrivino dove devono arrivare. 

Tutto ciò che c'è intorno, devo gestirmelo da solo e metterlo da parte. Le cose che devo fare, non sono scevre di amore. Anzi. Sono animate soprattutto dall'amore. Ma non è con l'amore che vado avanti, è con l'impegno. E' per amore, se proteggo John. Perchè in nessuno quanto in lui rivedo quello che ho perso nel passato. E' per amore, se tremo di paura ogni volta che guardo Jack su quel letto. Per amore nei suoi confronti, e per paura di ciò che potrebbe accadere se dovessimo perderla. 
Ma so con ogni fibra di me stesso che il mio intero corpo lo sto usando per fare quello che è il mio compito fare. Aiutare a far sì che si mantenga l'ordine, e che si mantenga il controllo.
Un controllo che non sono certo di avere, spesso. Non so nemmeno dove troviamo la forza di andare avanti. Nessuno di noi. Sembra che ci sia sempre un girone più basso in cui cadere. Sembra che non riusciamo a tornare in piedi. Eppure mi nutro della consapevolezza che succederà.
Siamo destinati a rialzarci, perchè non abbiamo altra scelta che farlo.
E quando ci saremo rialzati, cammineremo. E ogni volta, cercheranno di metterci in ginocchio di nuovo.
E ogni volta noi continueremo a camminare.
Per questo ho bisogno che John non sprechi energie. Perchè avrò bisogno di lui. Tutti ne avremo. E lui avrà bisogno di noi. 
Non riesco a vedere il mio futuro. Ho smesso di cercare di spingere lo sguardo troppo in là. E' come morire alla fine di ogni giornata, con la consapevolezza di poter risorgere il giorno successivo, per fare di nuovo la propria parte. Un'altra volta. Ancora, e ancora.
Non smetterò mai di farlo. 
Nessuno può togliermi la libertà di combattere, ma nessuno può togliermi neanche la libertà di sperare.
E allora io spero. Ci metto la stessa fatica, la stessa forza, la stessa convinzione che potrei mettere nell'odiare qualcuno. Mi consuma allo stesso modo. E' altrettanto inevitabile.

Vorrei poter dare ad ognuno di loro quello che hanno diritto ad avere. Vorrei dare un padre a John. Vorrei dare una vittoria a Jack, vorrei darle il riscatto per il sangue che ha versato tra le mie mani. Vorrei dare a Wright il supporto che merita. Vorrei dare a Klaus un motivo per sentirsi meno solo nell'universo. Vorrei dare un compagno a Maya, un marito, uno che possa vedere e non solo pensare, sperando che non sia morto o arrestato. Uno che non la metta in pericolo perchè ci sono cose che vengono prima di loro. Uno che possa dirle tutto, e non viva di segreti necessari che deve leggergli tra le righe del silenzio. Vorrei dare una famiglia a Cristobal, vorrei ridare a Kraviz la voglia di credere in qualcosa che non sia io. Che non sia un disperato che non è capace di arrendersi. Che non è capace di fare molte cose che forse dovrebbe fare.
Provo a dare a ciascuno di loro l'unica cosa che possiedo. 
Me stesso. Al meglio che posso.





"Vorrei che mio figlio avesse i tuoi occhi."

La vita e la morte mi scavano dentro senza uccidermi.

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