"Hale! Questa gente è stremata. Non ci arrivano rifornimenti sufficienti da settimane. Ci sono dei bambini, delle donne. Due di loro sono incinte. Non abbiamo abbastanza cibo per tutti."
"Come siamo messi a coperte?"
"Ne abbiamo per metà di loro."
"Medicine?"
"Non ne abbiamo nemmeno per noi."
"Hale. Ho una comunicazione dal comando, chiedono di parlare con l'ufficiale a capo delle operazioni."
"Non c'è. Un attimo, Sykes. Big Rob, vieni qui. Prendi degli uomini, andate a caccia."
"A caccia, Sam?"
"A caccia, non abbiamo cibo per tutti. Questa gente deve mangiare. Al tramonto a rapporto con quello che avete preso."
"Hale, chi è l'ufficiale a capo?"
"E' morto."
"Quindi cosa dico a questi?"
"Non lo so. Non lo so. Un momento."
"Hale.. L'acqua è agli sgoccioli."
"La precedenza alle donne incinte e ai bambini, iniziate a razionare. Due porzioni per loro, una porzione a tutti gli altri."
"E i nostri feriti?"
"Una porzione. Ascoltami, Sykes. Non abbiamo altra scelta."
"Hale, chi diavolo è al comando qui? Non so più cosa dire!"
"Ho capito, per dio!"
"Sam. L'ufficiale con il grado più alto sei tu."
"..Passameli."
Il cielo di Greenfield al crepuscolo mi ricorda quello di Shijie. Ma è meno bello. Il cielo di Shijie mozzava il fiato. Era ampio, si apriva a vista d'occhio sulle foreste, sulle scarpate. Con i suoi colori, con l'azzurro brillante e l'arancio di fuoco, e le nuvole scure, bluastre. Terso e orgoglioso. Hanno detto che siamo stati agguerriti, a Shijie. Eravamo solo disperati e innamorati del nostro cielo. Ricordo le navi Alleate fenderlo, e noi con gli occhi rivolti verso l'alto e i cuori in gola, preparandoci alle esplosioni. Ho pensato al cielo di Shijie in questi giorni, mentre ero ospite al Black Oak Ranch. Mentre mangiavo cibo vero, bevevo acqua fresca, dormivo in un letto pulito e accogliente. In mezzo a pascoli fertili, con cavalli lucenti come non ne avevamo nemmeno noi. Per qualche istante ho pensato a come sarebbe.
Fermarsi lì.
Trovare una brava ragazza. Risposarmi, magari. Magari no. Avere i miei cavalli, occuparmi del bestiame.
Elizabeth Lightwood, io ho visto tuo padre morire a Serenity Valley e non te l'ho detto.
Perchè voglio che tu abbia la tua immagine di lui.
Non devi sapere com'era la verità. Non devi sapere che ne è stato dei loro corpi.
Ma poi guardo il cielo, e lo sento palpitare immenso. Più grande di me. E ricordo le navi solcarlo. Non è solo rabbia, quella che sento. E' speranza. Inevitabilità. Un fuoco caldo e continuo che mi brucia nel petto. Kraviz dice che sembro un bambino, quando guardo il cielo e parlo di libertà. Penso che mi consideri un ingenuo. Un sognatore. Non sono certo che mi importi. Lo hanno fatto in molti. Anche Cristobal, a modo suo. Non capiscono. Non mi importa.
Ma Kraviz capisce cosa vuol dire credere nel nostro cielo, lei che è nata nel Core. Lei che è della stessa gente di Lars Wolfwood. Eppure Lars Wolfwood l'ha guardata come guarda me, con la sintetica superiorità delle parole educate, tese ad un interesse comune che esiste solo sulla carta. Lars Wolfwood si veste di seta e parla come velluto, ma pretende che io lo consideri un pari. Lo guardi senza pregiudizi. Lo farò con lui quando si vestirà come noi, quando mi chiederà onestamente di spiegargli cosa ci vedo nelle nostre terre riarse dalla povertà. Non lo farà mai. Perchè in fondo non gli interessa. Kraviz invece si è spogliata e si è immersa. Kraviz è una di noi. L'ha capito anche lui.
Mi fido di Kraviz. Profondamente. Sono felice di averla accanto.
L'ho guardata negli occhi e lei ha capito che dovevo andarmene da Greenfield. Dovevo andarmene dal Ranch. Si è messa a lavorare in silenzio, si è messa ad ascoltarmi davvero. Non ha bisogno di essere d'accordo con me per rispettare i miei sentimenti. Kraviz è più combattiva di quanto creda lei stessa.
Come Cristobal, si è arresa alla delusione.
Cristobal mi scivola tra le dita come la sabbia. Devo lasciarlo andare. Devo permettergli di vivere le sue decisioni. Devo fidarmi di lui, lui deve fidarsi di me. Non lo sto abbandonando, lo sto lasciando andare. Mi sforzo di non essere terrorizzato. Ma prego per lui, spesso. Non prego più molto spesso, da anni, ma prego spesso per lui. Andrà bene, devo avere fiducia, ci rivedremo. Parleremo. Mi ha detto che sarà così, e io mi fido di lui. Io gli farò vedere che ho scelto la mia battaglia, e che possiamo vincere la guerra.
Sono tornato a Safeport. Ho inspirato l'aria malsana e violacea di Sunset Tower. Per un istante mi sono sentito tremare.
Ho cercato, e ho trovato. Tra le mura di una vecchia fabbrica dimessa, dove la nostra gente dorme ammassata per pochi dollari. Il Capitano Rooster mi guarda, si porta addosso le cicatrici di cose che ho visto anche io. E mi dice che gli altri non possono capire.
E' vero.
Ora sono nella stanza sette. C'è una branda sfondata e nient'altro. Ho posato la sacca a terra. Entra aria fredda da una finestra rotta. Sono vivo.
Sto lasciando ogni cosa, per la seconda volta.
"Hale, dovete cercare di resistere ancora un pò."
"Noi non smetteremo mai di resistere, signore."
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